In sintesi: questa è stata una settimana di macchina. Ci siamo mossi per autostrade da Torino a Udine, poi giù verso Roma e poi di nuovo a nord, riavvolgendo il nastro. A Udine siamo andati per il premio nazionale Giovani Realtà del Teatro. Non abbiamo vinto e non lo abbiamo fatto perchè non eravamo abbastanza preparati, perché c’era chi aveva lavorato molto di più e molto meglio di noi. Siamo contenti; abbiamo visto una realtà meravigliosa, un’accademia accogliente con giovincelli motivati, e molte compagnie che ci piacerebbe conoscere perché fanno del bellissimo teatro. Noi ne siamo usciti un po’ a pezzetti, ma non abbiamo avuto il tempo di leccarci le ferite che già eravamo al Teatro Studio Uno di Roma a lavorare.
So che esistono artisti che riescono ad avere un testo pronto fin da subito, idee registiche chiare e personaggi precisi e spontanei. Io invidio questa sorta di supereroi, che si danno giornate di prove precise e corrono dritti verso la meta e il prodotto finale. Noi, invece, siam di quelli sgangherati. Noi accartocciamo e ricominciamo, facciamo improvvisazioni casuali, ci ritroviamo a scrivere scena per scena senza sapere bene cosa succederà alla prossima, ci lasciamo intristire e poi ci risvegliamo guerrieri, ci inventiamo una scenografia con carri che passano e poi ci ingarbugliamo con le lucette di Natale, ci sforziamo di seguire un piccolissimo sentiero in mezzo al bosco.
Abbiamo la fortuna di non camminare da soli, ci caschiamo e ci afferriamo a vicenda. Così dopo Udine ci siamo messi a lavorare meglio di prima, abbiamo passato giornate ascetiche da casa al teatro (una sera ci siamo presi una birretta dopo le prove perché ci sentivamo particolarmente mattacchioni) e alla fine siamo riusciti a fare una prova aperta che, se non perfetta, ci ha permesso di nuovo di essere orgogliosi del nostro lavoro.
L’errore fa parte del nostro piccolo sentiero in mezzo al bosco, per questo stiamo imparando a condividere le nostre fragilità. A questo servono le prove aperte (e i concorsi kamikaze!), a pungolarci continuamente, anche durante la creazione.
La prossima prova aperta sarà quella di Theo – Storia del cane che guardava le stelle a Torino, Marco ha già l’intestino ingarbugliato come tutti noi: un po’ è paura, un po’ è felicità.
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